General Electric supera positivamente tutte le previsioni e chiude il primo trimestre del 2019 regalando nuova speranza agli investitori. L’iconica azienda fondata nel 1892 ha saputo incarnare il sogno americano di “più profitti e benessere per tutti” ed è stata per molti anni la più grande d’America. Tuttavia la crisi del 2008 non ha lasciato scampo a nessuno e molto spesso ha colpito più forte proprio quei colossi che sembravano inarrestabili.
GE proprio per questo negli ultimi anni ha dovuto subire enormi trasformazioni strutturali e manageriali. La strada è tutta in salita per l’ex colosso ma cominciano a delinearsi i primi segni di ripresa.
Incremento dell’utile di GE e salita del valore azionario
Le dichiarazioni della stessa General Electric del 30 aprile informano gli investitori che l’azienda nel primo trimestre 2019 ha saputo generare più profitti e perdere meno denaro rispetto alle previsioni. Le azioni sono salite del 10% nel trading pre-mercato. Le unità GE di aviazione, gas e anche delle scorporate petrolio e sanità hanno registrato un aumento delle vendite. Il flusso di cassa negativo stimato a 2.16 miliardi per questo trimestre si è attestato invece intorno agli 1.2 miliardi. Per Julian Mitchell, analista di Barclays, questo deflusso in riduzione dovrebbe guidare il titolo GE verso una reazione positiva.
Entusiasmo da parte degli investitori che già avevano esultato quando lo scorso ottobre fu nominato Larry Culp come CEO del colosso. GE non aveva mai avuto un amministratore delegato che non fosse già stato parte dell’azienda. Culp però rappresenta una grossa speranza per gli investitori grazie alla sua grande abilità nel risanare aziende in crisi.
Tuttavia recentemente GE ha subito un’altro duro colpo causa dello scandalo Boeing che dopo 2 incidenti in soli 5 mesi ha visto il suo nuovo jet 737 MAX obbligato a terra da quasi tutti i governi mondiali. Questa vicenda potrebbe avere un grave impatto economico su GE che insieme alla francese Safran produce i motori per i jet di Boeing. I margini di profitto si sono contratti oltre che nella divisione aeronautica di GE anche nelle divisioni energia ed energie rinnovabili. Culp però aveva già previsto obiettivi a bassa crescita fino al 2020 per poi riprendere a crescere nel 2021.
La crisi di GE negli scorsi anni
General Electric è un colosso che si è fatto largo nel mercato mondiale presentandosi come uno dei più grossi conglomerati al mondo. L’azienda in passato ha puntato tutto su una strategia di diversificazione. La sua attività spazia tutt’ora dalla produzione di lampadine, all’offerta di prodotti assicurativi fino addirittura alla costruzione di trivelle petrolifere e motori per aerei. Negli ultimi anni però GE è stata vittima di enormi svalutazioni multimiliardarie nelle sue aree di attività. Ora l’azienda è il fantasma di sé stessa avendo un valore di mercato pari a un decimo di quello che aveva 20 anni fa.

A giugno 2018 dopo anni di dura crisi General Electric viene scaricata dall’indice Dow Jones ed esclusa da Wall Street. Questo oltre ad essere un duro colpo a livello economico è anche un duro colpo a livello di immagine. Ora è palese a tutto il mondo che il colosso è in ginocchio. Dopo poco tempo GE ammette pubblicamente di essere in forte crisi e annuncia forti operazioni di scorporo con l’obiettivo di alleggerire il conglomerato. Viene scorporata la divisione sanità per tutelarla dalle turbolenze del resto del gruppo, visto che da sola genera il 30% dei profitti. La divisione del petrolio vende le partecipazioni in Baker Hughes, azienda che fornisce le attrezzature alle compagnie petrolifere. Dopo 125 anni GE si alleggerisce rinunciando al prestigio ma anche al peso di quella fama da colosso che piano piano la stava schiacciando.
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